S. Scolastica
Romanoro (MO)
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Il Santuario di Santa Scolastica si trova nei dintorni di Romanoro e sorge in posizione sopraelevata rispetto alla strada principale che attraversa il paese, arricchendosi cos&igrave; di un meraviglioso affaccio sulla vallata sottostante. II complesso affiancato da un eremo, recentemente restaurato, e da un piccolo campanile collocato sul pendio retrostante.<br><br>
L′architettura del piccolo complesso pressoch&egrave; priva di ornamenti, con alcuni richiami ad elementi toscani e rinascimentali e con dettagli derivati dalla tradizione locale.<br>
Il Santuario costruito principalmente in pietra, con solai e struttura di copertura in legno, quest′ultima rivestita con scandole in pietra (piagne), tipiche dell′architettura montana della zona.<br><br>
La localit&agrave; oggetto d′intervento (Romanoro) si trova in prossimit&agrave; del passo dell′Alpe di San Pellegrino, in un tratto di Appennino compreso tra la provincia di Modena e Reggio Emilia.<br>
Questo tratto di montagna, come del resto tutta la catena appenninica, caratterizzato da un paesaggio segnato da calanchi e soggetto a numerose frane, che frequentemente hanno distrutto paesi e mutato innumerevoli volte l′aspetto e la conformazione del paesaggio stesso.
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Vari fenomeni franosi hanno quindi determinato un quadro fessurativo allarmante, che ha interessato soprattutto la parte anteriore della chiesa; il portico presentava lesioni vistose negli archi, nei muretti di basamento, nel pavimento, nei conci angolari e sui fusti delle colonne, mentre tutto il corpo anteriore porticato, nel suo insieme, risultava slegato dal resto della chiesa, come mostravano le lesioni in corrispondenza del punto di contatto tra le due parti. Cedimenti erano presenti altres&igrave; nella zona di accesso alla chiesa, in corrispondenza dei gradini e del muretto di contenimento verso la strada.<br>
Le condizioni statiche assai precarie dell′edificio imponevano un intervento di consolidamento complessivo, dalle fondazioni alle murature, sino alla struttura di copertura.
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L′intervento ha previsto varie operazioni di consolidamento, agendo sia in fondazione, per arrestare la traslazione verticale, sia sulle strutture verticali, profondamente lesionate, e ripristinando il comportamento scatolare della struttura con l′utilizzo di collegamenti metallici.
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L′intervento di restauro ha voluto riportare la chiesa all′immagine originaria priva di intonaci (come riferito dagli abitanti), cercando di risolvere inoltre il problema dell′umidit&agrave; di risalita con un vespaio sul perimetro dell′edificio: i paramenti murari esterni sono stati completamente liberati dal pesantissimo rinzaffo cementizio, per recuperare il sottostante paramento in pietra tramite l′accurata pulitura, la stuccatura e sigillatura dei giunti, il trattamento delle parti pi&ugrave; esposte con prodotti a base di silossani per limitare l′imbibizione d′acqua piovana garantendo allo stesso tempo la completa traspirabilit&agrave;.<br>
I ripristini degli intonaci interni (in malta di calce idraulica) e dei tinteggi hanno restituito alla chiesa una immagine armoniosa e coerente con il periodo di costruzione, attraverso l′utilizzo di cromie pastello con differenziazioni tono su tono per evidenziare le semplici componenti architettoniche.
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luogo: Romanoro (MO)<br>
committente: parrocchia S. Lucia<br>
progetto: arch. Emilia Lampanti<br>
collaboratori: arch. Chiara Gandolfi<br>
strutture: ing. Paolo Delmonte (studio InGeos)<br>
direzione lavori: arch. Emilia Lampanti<br>
progettazione: 2004<br>
realizzazione: 2005-2006<br>
imprese esecutrici: Tazzioli srl (RE)<br>
fotografie: Studio di architettura Lampanti
L′architettura del piccolo complesso pressoch&egrave; priva di ornamenti, con alcuni richiami ad elementi toscani e rinascimentali e con dettagli derivati dalla tradizione locale.<br>
Il Santuario costruito principalmente in pietra, con solai e struttura di copertura in legno, quest′ultima rivestita con scandole in pietra (piagne), tipiche dell′architettura montana della zona.<br><br>
La localit&agrave; oggetto d′intervento (Romanoro) si trova in prossimit&agrave; del passo dell′Alpe di San Pellegrino, in un tratto di Appennino compreso tra la provincia di Modena e Reggio Emilia.<br>
Questo tratto di montagna, come del resto tutta la catena appenninica, caratterizzato da un paesaggio segnato da calanchi e soggetto a numerose frane, che frequentemente hanno distrutto paesi e mutato innumerevoli volte l′aspetto e la conformazione del paesaggio stesso.
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Vari fenomeni franosi hanno quindi determinato un quadro fessurativo allarmante, che ha interessato soprattutto la parte anteriore della chiesa; il portico presentava lesioni vistose negli archi, nei muretti di basamento, nel pavimento, nei conci angolari e sui fusti delle colonne, mentre tutto il corpo anteriore porticato, nel suo insieme, risultava slegato dal resto della chiesa, come mostravano le lesioni in corrispondenza del punto di contatto tra le due parti. Cedimenti erano presenti altres&igrave; nella zona di accesso alla chiesa, in corrispondenza dei gradini e del muretto di contenimento verso la strada.<br>
Le condizioni statiche assai precarie dell′edificio imponevano un intervento di consolidamento complessivo, dalle fondazioni alle murature, sino alla struttura di copertura.
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L′intervento ha previsto varie operazioni di consolidamento, agendo sia in fondazione, per arrestare la traslazione verticale, sia sulle strutture verticali, profondamente lesionate, e ripristinando il comportamento scatolare della struttura con l′utilizzo di collegamenti metallici.
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L′intervento di restauro ha voluto riportare la chiesa all′immagine originaria priva di intonaci (come riferito dagli abitanti), cercando di risolvere inoltre il problema dell′umidit&agrave; di risalita con un vespaio sul perimetro dell′edificio: i paramenti murari esterni sono stati completamente liberati dal pesantissimo rinzaffo cementizio, per recuperare il sottostante paramento in pietra tramite l′accurata pulitura, la stuccatura e sigillatura dei giunti, il trattamento delle parti pi&ugrave; esposte con prodotti a base di silossani per limitare l′imbibizione d′acqua piovana garantendo allo stesso tempo la completa traspirabilit&agrave;.<br>
I ripristini degli intonaci interni (in malta di calce idraulica) e dei tinteggi hanno restituito alla chiesa una immagine armoniosa e coerente con il periodo di costruzione, attraverso l′utilizzo di cromie pastello con differenziazioni tono su tono per evidenziare le semplici componenti architettoniche.
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luogo: Romanoro (MO)<br>
committente: parrocchia S. Lucia<br>
progetto: arch. Emilia Lampanti<br>
collaboratori: arch. Chiara Gandolfi<br>
strutture: ing. Paolo Delmonte (studio InGeos)<br>
direzione lavori: arch. Emilia Lampanti<br>
progettazione: 2004<br>
realizzazione: 2005-2006<br>
imprese esecutrici: Tazzioli srl (RE)<br>
fotografie: Studio di architettura Lampanti
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